LETTURE DEL BLOG N. 120.882 AL 24 GENNAIO 2024




PREGHIERA DEL PORTATORE

O Glorioso e Venerato San Corrado, noi portatori,

consapevoli che, mentre esultanti ti portiamo,

con fede e sincera devozione,

per le strade di questo nostro mondo,

tu ci conduci per le vie di Dio con l’esempio delle tue virtù.

Il peso che grava sulle nostre spalle, mentre portiamo te,

ci fa essere certi che, per tua intercessione,

il Signore ci sostiene nel portare quello

delle nostre responsabilità quotidiane

e lo rende soave perché, portato con Cristo,

è pregnante di amore e strumento certo di santificazione.

Fa che alle nostre famiglie non manchi mai

quel pane caldo che tu sai sempre donare:

il pane che sostenta la nostra vita terrena,

il pane della gioia, dell’armonia e dell’unità nell’amore

e il pane eucaristico che ci sostiene nel cammino quotidiano della vita.

Con il tuo patrocinio suscita in noi il desiderio di essere santi

e intercedi per noi perché lo Spirito Santo,

dono del Padre, ci plasmi e ci configuri sempre più

a Gesù Cristo nostro Signore.

Amen.


Prima Comunità di Terziari

appresso al “gorgolare” in Calendasco
Per comprendere gli eventi pre-corradiani in terra piacentina

Aristide frate e superiore di San Corrado

Nel libro dello storico Raffaele Pazzelli “Il Terz’Ordine Regolare di San Francesco attraverso i secoli”, edito in Roma nel 1958, reperiamo fondamentali dati storici, che oltre a servire per questa breve sintesi, si presteranno per la relazione che segue.
La comunità in Calendasco di Terziari in abito eremitico composta di pochi religiosi con a capo il frate Aristide, come ogni comunità terziaria, oltre a non essere molto appariscente era anche giuridicamente indipende, con una unione con le altre comunità terziarie “amico foedere”, cioè legame di mutua assistenza.
Questa mancanza di unità causava evidentemente una minore appariscenza esteriore del fenomeno della vita comune tra i Terziari, per cui fu facile che fosse trascurato nelle cronache del tempo, ed in effetti il primo storico che ricercò e rinvenne parecchi documenti dei primi tempi dell’Ordine, il De Sillis, ci fornisce ragione della mancanza di documenti nei più antichi Conventi Terziari.
Il De Sillis nel libro del 1621 sui Terziari di S. Francesco o Penitenti dice chiaramente sul fatto della esistenza e smarrimento dei documenti che fu:
“...a causa dell’umile genere di vita dei nostri Padri;, non avendo grandi monasteri, ma per lo più eremi o piccole abitazioni all’ombra di Ospedali o di Chiese, non possedevano archivi, nè si preoccupavano di questo ma solo di vivere santamente, nella carità verso Dio e il prossimo.”
Anche Fredregando da Anversa dice che i Terziari:
In molti luoghi essi aprirono degli ospedali e degli ospizi peri poveri e pellegrini, dove necessariamente alcuni fratelli dovevano prendere dimora”.
Del frate Aristide tratta ampiamente uno storico di alcuni secoli fa il cosiddetto ‘Anonimo di Montefalco’ in Umbria. Lo scritto dell’Anonimo è stato rinvenuto da altro grande storico del Terzo Ordine il p. Gabriele Andreozzi, vedasi in Analecta TOR dello stesso Andreozzi “S. Rocco in Montefalco, la Porziuncola del Terz’Ordine Regolare” ed è ricco di dati a noi utili, che in altro studio presenteremo ai devoti e appassionati di storia. Resta importante la questione che già parechi secoli fa, in Umbria lontano centinaia di chilometri da Calendasco, uno storico rimasto ‘Anonimo’ abbia saputo tramandare del Frate Aristide chiamato a Montefalco da Calendasco a presiedere la costruzione del Convento di S. Rocco delle monache Terziarie.
Il Pazzelli nel già ricordato volume ci informa chiaramente che:
Il terzo luogo di cui ci è stata tramandata memoria è il Convento-eremitaggio di Calendasco presso Piacenza. Sin dal 1280-1290 esisteva qui una Comunità di eremiti, sotto l’obbedienza di Frate Aristide, lo stesso che nel 1290 venne a Montefalco a trovare la Beata Chiara ed in tale occasione ricevé la donazione dei Sigg. Bennati di cui si è detto. Dopo la costruzione di quel Convento lasciò a Montefalco alcuni suoi Frati e ritornò a reggere la sua Comunità nel Piacentino. Qui nel 1315 ricevé nell’Ordine un nobile piacentino, Corrado Confalonieri, predicendogli che sarebbe diventato un grande santo”.

Per ora basti ricordare queste perle dei nostri amati storici francescani.

Parrocchia S. Corrado
Piacenza

Alcune immagini delle opere artistiche poste per la memoria e la venerazione del Santo piacentino nella bella Chiesa parrocchiale di Piacenza a lui dedicata.




Altare maggiore
sotto l'altare è posta l'Urna con la Sacra Venerata reliquia
di San Corrado Confalonieri



L'incendio
opera del M° Bruno Grassi



La Gloria di S. Corrado
opera del M° Bruno Grassi



la statua del Santo Patrono
opera dello scultore piacentino Perotti


Lo straordinario tappeto fiorito
dei PORTATORI di SAN CORRADO di NOTO

Le foto, l'amicizia e la devozione

Tutti i Devoti possono veramente gioire di questa lietissima manifestazione di venerazione che non può che renderci sinceramente orgogliosi di appartenere alla grandissima famiglia dei Devoti del grande Santo Eremita Corrado Confalonieri.

cliccate sulle foto per ingrandirle

















per le foto si ringrazia Marco Lucci - Portatore di S. Corrado a Noto
per conto della Società Fedeli Portatori di San Corrado

STUDI e AGIOGRAFIA PIACENTINA 2005 - 2006



Essere Portatori:
l'amore e la devozione al Santo






l'amore e la devozione della terra piacentina


L'amore e la devozione

Altare maggiore Cattedrale di Noto



CATTEDRALE DI NOTO: bozzetti per le volte

Presentiamo i quattro bozzetti proposti perchè siano dipinti sulle quattro 'vele' della cupola della Cattedrale di Noto: molto belli, rappresentano gli evangelisti.
La Cattedrale che conserva l'Arca con il venerato corpo del nostro Santo Patrono è un vero gioiello che riempie di orgoglio netini e devoti tutti.

Per le fotografie si ringrazia l'amico e devoto di Noto Salvatore Bertoli





Antica edicola votiva
alla "fiumara" di Noto


Grazie alla preziosa e costante collaborazione del Devoto Salvatore Bertoli in Noto, possiamo portare a conoscenza di tutti la bellissima immagine riprodotta in questo affresco, oggi staccato per essere restaurato e conservato attualmente nel Seminario Vescovile netino.

Proviene dall'edicola che è posta nel quartiere di Noto detto "alla fiumara".

Rappresenta un miracolo ottenuto da S. Corrado - con aureola - che tocca la gola ad un muto ridandogli la parola.




tappeto artistico realizzato su bozzetto di Salvatore Bertoli

L'imponente Tappeto di fiori dedicato al Patrono
dai Portatori dei Cilii di Noto
questo maestoso quadro è stato realizzato nell'Infiorata del maggio


APPELLO AD AMICI E DEVOTI

CENSIMENTO delle Immaginette sacre
dedicate a San Corrado



Nella foto sottostante vedete sei tipi diversi di "santino" dedicati al nostro amato comune Patrono.
Possiamo fare un 'censimento' ed una operazione a favore di tutti gli Amici Devoti: inviate una foto a questo sito, con qualche informazione, se possedete immaginette del Santo di antica data.

In questo modo aiutiamo a crescere conoscenza culturale e amore devozionale.

Tutte le immagini su questo sito sono a completa disposizione, con i testi, per chiunque desideri conoscere e diffondere il culto e la storia del Santo Eremita Corrado Confalonieri piacentino.

Scrivete alla mail penitente@alice.it
oppure potete inviare via posta ordinaria una foto del vostro santino, con i vostri dati, all'indirizzo segnalato:

Romitorio San Corrado, via Mazzini 31 già strada romea, 29010 Calendasco (Piacenza)

Per qualsiasi informazione, unitamente ai Devoti di Noto, Roma ed altri luoghi, vi ringraziamo e aspettiamo collaborazione.



Il recente volume sull'artista Pirrone


Preziose notizie d'arte
nel nome di San Corrado

Sono contenute nell'ultimo volume per le
Edizioni "Amici della Cattedrale" di Noto


S
crive nella Presentazione dell'opera uscita dalla accuratissima mano storica di mons. Guastella, il Canonico e Parroco della Cattedrale Salvatore Bellomia:
Noto vive oggi un momento eccezionale della sua storia... L'opera di Mons. Guastella sullo scultore Giuseppe Pirrone, che viene data alle stampe, può essere come uno squillo di tromba perchè svegli chi dorme.




foto: San Corrado Confalonieri
Bozzetto in bronzo (1964) presso la Galleria d'Arte Moderna
al Museo Civico di Noto realizzato da Giuseppe Pirrone.
L'originalità dell'opera sta nel mantello istoriato con episodi della vita del santo

Nella presentazione del volume lo stesso Autore mons. Salvatore Guastella ha nella sua prolusione anche affermato:
"La recente riapertura della luminosa rinata Cattedrale e la ricorrenza, quest'anno, del 30° anniversario della morte di Giuseppe Pirrone (avvenuta il 24 febbraio 1974) - grazie all'iniziativa editoriale degli "Amici della Cattedrale" - offrono l'opportunità di valorizzare la vasta presenza d'arte, non solo sacra, che l'Artista ha voluto realizzare e donare con cuore di mecenate a questa sua e nostra amata città. Qui dovunque, incontriamo la sua arte: al Museo Civico come alla Villa Comunale e in Cattedrale, in vescovado, in case private e al santuario di S. Corrado di fuori..."



SYNODUM NETENSEM
PRIMAM

cliccare sulle immagini per ingrandire e poter leggere il testo








SINODO NETINO del 1923



cliccare sulla foto per ingrandire e leggere il testo

INFIORATA NETINA 2008

















INFIORATA DI NOTO 2008


le foto


per le foto si ringrazia il Presidente della Associazione Portatori dei Cilii Fedeli a San Corrado Salvatore Cutrali e il segretario, l'amico Salvatore Bertoli oltre a tutti i Soci e Devoti che ci permettono così di condividere anche da luoghi distanti dalla carissima Noto questi importanti momenti di Festa netina
INFIORATA DI NOTO 2008

La Associazione dei Fedeli Portatori di San Corrado di Noto ha preparato questo importante Bozzetto per la realizzazione della Infiorata di Maggio 2008 a Noto.
Questa meravigliosa opera dedicata al Patrono S. Corrado verrà realizzata davanti alla Cattedrale netina e sarà composta con migliaia di fiori e petali.

Se ai Fedeli Portatori di S. Corrado va riconosciuta da parte di tutti i Devoti ed Amici un grande merito e la concreta dimostrazione di una vissuta venerazione a lode e onore del Patrono, questa iniziativa riempie di orgoglio e gioia anche noi tutti Devoti sparsi per ogni luogo dell'Italia e ci fa sentire partecipi ed uniti con la Ingegnosa Città di Noto.



foto: Bozzetto dei Portatori di San Corrado - Noto
Infiorata Netina 2008
realizzato da Cettina Perricone
"Omaggio a San Corrado"

per la segnalazione dell'iniziativa e della bella fotografia
grazie al Portatore e Amico nella Devozione Marco Lucci

LETTERA APERTA





E’ l’unico paese piacentino con San Corrado quale Patrono

un vanto e un privilegio che ha da 400 anni


CALENDASCO

Un piccolo scrigno appoggiato al Po


Vi spieghiamo noi perchè amiamo la città di NOTO


I devoti della Parrocchia e del borgo di Calendasco inviano questa

Lettera Aperta a tutti gli Amici e Devoti netini



Ormai da circa un decennio, noi devoti di S. Corrado Confalonieri di Calendasco, con l’appoggio dei parroci che si sono succeduti alla guida della nostra Parrocchia, abbiamo voluto con tutto il cuore incrementare il culto al Patrono. Cominciammo la rivalutazione sia del culto che della storia corradiane grazie all’amicizia che instaurammo con il padre francescano Gabriele Andreozzi TOR(1917-+2006); fu sempre lui ad avvicinarci a “Noto”, regalandoci la preziosissima amicizia con un sacerdote netino residente in Roma, mons. Salvatore Guastella, che ancor oggi con visibilissimo orgoglio è tra le più insigni ed importanti amicizie in San Corrado comune nostro Patrono, che noi calendaschesi possiamo vantare, assieme al nostro rispettato e benamato padre Lino Temperini TOR, anch’egli figura per noi preminente ed indispensabile.

Con sforzo e tenacia, essendo noi cresciuti ‘a pane e San Corrado’ negli anni ’60 e ’70 grazie alla continuata devozione inculcateci dal nostro arciprete don Federico Peratici, abbiamo potuto realizzare qui, nel piacentino, ben 5 Convegni di Studio sul Santo Patrono, altre iniziative culturali, e non ultima la importante pubblicazione dei due volumi di studi, con materiale inedito rinvenuto negli Archivi. Siamo consapevoli che la ricerca storica sul Nobile Confalonieri toccava a studiosi piacentini proprio per quel che riguardava il periodo della sua vita nobiliare in questa terra, feudatario fedelissimo alla Chiesa locale.

Ma noi di Calendasco siamo figli privilegiati di questa devozione: infatti siamo l’unico borgo piacentino che lo ha assurto quale Celeste Patrono da quando nel primo 1600 si seppe ufficialmente del Santo Eremita morto nella lontana Sicilia, presso Noto. Da quattrocento (400) anni è Patrono di Calendasco! E abbiamo nell’Archivio Parrocchiale la documentazione della antichissima e ultra centenaria Confraternita dedicata al Santo Corrado! E possiamo vantare una bellissima tela seicentesca posta nell’altare al Patrono, eretto nel 1617!

E vantiamo con orgoglio che i Confalonieri per almeno 200 anni furono buoni feudatari di questo luogo, vivendo nel maestoso castello che ancora oggi abbraccia sui fianchi la nostra bella chiesa!

E vantiamo due reliquie del Santo: un pezzo d’osso del braccio inviato in Piacenza nel 1600 e l’Insigne Pollice della mano sinistra, donato a fine 1800 dal Vescovo di Noto Ecc.mo mons. Giovanni Blandini!

E vantiamo l’hospitale-romitorio per pellegrini, che fu dei Penitenti francescani e luogo del ritiro del Santo Corrado alla sua conversione dopo il travaglio dell’incendio!

E vantiamo la nascita fisica, l’origine terrena del Santo in Calendasco, così come è scritto nel documento che il vescovo di Piacenza approva dopo averne autenticato la verità, nel 1617!

E vantiamo la memoria storica e quella più recente di noi devoti di Calendasco, della bella e importante Sagra tenuta in occasione della Festa Patronale del 19 febbraio!

Questi narrati sono alcuni dei motivi per i quali ci sentiamo debitori a Noto!

Ecco perchè amiamo la città di Noto!

Perchè da Noto nei secoli ci è giunta una Devozione ed una esemplare Venerazione verso il nostro Comune Patrono: è grazie agli Amici Devoti della terra di Sicilia, riconosciuti nei netinesi, che noi a Calendasco abbiamo potuto nei secoli conoscere, amare e accenderci di un orgoglio profondo, perchè siamo consapevoli che l’avere venerato a Noto con questa forte fede il modello virtuoso che ci dona San Corrado, è stato anche per noi esempio fortissimo! Sappiamo benissimo della grande venerazione con la quale è circondato il Corpo dell’amato Santo, che quale prezioso tesoro è esposto alla pubblica fede nella maestosa Cattedrale della vostra Ingegnosa città!

E siamo debitori di fortissima riconoscenza a tutti i grandi Devoti e storici sia della netina terra che dell’Ordine al quale lo stesso nostro Patrono appartenne quale Terziario, cioè il Terzo Ordine Francescano oggi Regolare.

Ecco perchè amiamo la città di Noto!

Perchè la città di Noto, nei suoi Devoti, divide con noi di Calendasco la parte più importante e significativa di tutta la vicenda terrena del Santo Eremita: se in Calendasco nacque alla vita terrena ed in quella spirituale tra i Terziari nel romitorio, a Noto nella Valle dei Pizzoni, in quella grotta ancora oggi Reliquia Insigne e testimonianza di un fatto, San Corrado nostro Patrono Comune, portò a compimento il suo itinerario dello spirito, guadagnando il Paradiso e la santità! E voi genti di Noto, da subito vedeste in San Corrado un’anima mite e buona, dedita alle virtù cristiane, e da allora l’avete amato, onorato e preso quale esempio e ottimo Protettore!

Per questo e per tante altre begli esempi che da Noto ci sono arrivati ed ancora ci soccorrono, noi Devoti e Amici di Calendasco vi siamo riconoscenti e desideriamo con tutto il nostro cuore sentirci parte con voi tutti nell’esemplificare la Devozione che ci accomuna nel riverente rispetto verso l’Autorità Religiosa netina e piacentina.

E tante sarebbero ancora le parole d’affetto riferite alla compartecipazione verso colui che è il nostro faro e guida nella società in cui viviamo e che ci fa essere sempre più dei migliori cristiani e cattolici, padri e madri, lavoratori e studenti, insomma sappiamo che in San Corrado Confalonieri noi riceviamo una sperimentatissima protezione!

Un saluto caro a tutti voi.

I Devoti e gli Amici di Calendasco

della nostra Parrocchia ove è Patrono Santo Corrado

e dalle aggregazioni tutte

LA FOTO dell'Urna


Grazie alla segnalazione precisa del Portatore di S. Corrado di Noto Marco Lucci si è potuta datare questa cartolina netina.
La cartolina infatti riporta il timbro del 15 agosto 1904 ed a tale anno è riferibile la foto.

Mi segnalava inoltre mons. Salvatore Guastella che la Vara sulla quale è posta l'Urna del Patrono è la medesima ancora oggi in uso. I Portatori di San Corrado indossano la 'cotta' e la foto è probabilmente da attribuire ai Fratelli Squadrilli.




URNA ARGENTEA del PATRONO



clicca sulla foto per ingrandire

APPELLO STORICO
Tutti i Devoti di ogni luogo d'Italia e del mondo possono inviare testi e fotografie con i loro propri commenti e testi!
Saranno pubblicati sull'Araldo e così daremo possibilità a tutti di arricchire la propria Devozione al Patrono di conoscenze sia per il culto e la venerazione che per la cultura, da tramettere ai nostri giovani.



penitente@alice.it

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Segnaliamo un evento culturale

che si terrà nella città di Noto

e che interessa tutti i Devoti e Amici

di San Corrado di ogni luogo





Questa monografia viene presentata

alle ore 19 del 14 maggio

presso l’Aula Magna

del Seminario vescovile di Noto

Dopo il saluto del vescovo Mons. Mariano Crociata, del sindaco Avv. Corrado Valvo e del Dott. Salvatore Maiore presidente della ‘Pro Noto’, seguono le relazioni del Preside Enzo Papa, del Prof. Michele Romano e dell’autore Mons. Salvatore Guastella.

Giuseppe Pirrone (1898-1978), scultore e medaglista di fama internazionale, ha allestito Mostre a Roma, Firenze e Parigi; ha partecipato più volte alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia. Sue opere di scultura sono esposte nei musei in Italia, in Vaticano e all’estero. Come medaglista egli è presente nelle collezioni dei musei di Oslo, Stoccolma, Copenaghen, Stelley, Cracovia, Parigi, Roma, Noto e Recanati. Comunque, il meglio della sua attività di scultore e medaglista è a Noto, dove nel 1966 egli costituì al Museo Civico una invidiabile Galleria d’Arte Moderna intitolata a sua madre Elvira Pirrone Resso.

Il suo motto era “Ars donum Dei” (l’Arte è dono divino). Noto vanta anche una vasta presenza dell’arte sacra pirroniana: la statua in marmo bianco di San Corrado in ginocchio (1932) per il santuario e. m. del Santo; la cappella e altare del Sacro Cuore in marmo policromo (1947); l’artistica Porta maggiore in bronzo della Cattedrale (1957) inaugurata nel 1983 (m. 6,30 x 3,18; superficie istoriata mq. 23,04); due medaglie di San Corrado (1943 e 1974); i busti dei vescovi Giovanni Blandini e Angelo Calabretta (1938 e 1976) e una medaglia grande ovale della Madonna della Scala (1976). Presso il Museo Civico, sez. Soggetti religiosi, di San Corrado si ammirano: un bozzetto in bronzo per statua e una lastra in bronzo suddivisa in diversi quadri.

Edificante questa testimonianza dello stesso Pirrone: «Quando nel novembre 1954 il Signore si servì di don Giovanni Rossi della ‘Pro Civitate Chistiana’ di Assisi per rimettermi nel suo cammino, mi trovai fra le mani il Vangelo e un libro con la storia di Cristo. Lessi tutto. Ne fui affascinato a tal punto da decidermi a mettere nel bronzo le sensazioni che avevo provato leggendo. Ne venne fuori un cammino del fedele che si lascia condurre dalla mano del Signore. E’ tutto qui il segreto della mia opera, frutto della devozione a Cristo»!

Il romitorio-hospitale del gorgolare



Tra gli storici insigni del TOR francescano che ebbero a registrare del piccolo eremo piacentino senz’altro va ricordato p. Raniero Luconi che nel 1935 scrive: “Sempre al principio del trecento esisteva a Piacenza, in un luogo detto Gorgolare, una comunità di eremiti sotto l’obbedienza di Frate Aristide, il quale, l’anno 1315, dette l’abito della Penitenza a Corrado Confalonieri da Piacenza, predicendogli che sarebbe divenuto un grande santo”. Sempre il p. Luconi nei “Comitia Generalia”, sui conventi soppressi del TOR scrive: “22. Gorgolare? – Eremitorio nel piacentino del 1300. Qui nel 1315 S. Corrado Confalonieri prese l’abito di penitenza da Frate Aristide”; pur lasciando sospesa l’ipotesi circa il nome del ‘gorgolare’ si dà già la certezza di questo ‘eremitorio del piacentino’. Ancora p. Luconi, descrivendo le comunità penitenti ci lascia questa importante memoria: “Eccone una a Calendasco, presso Piacenza, posta sotto obbedienza di Frate Aristide”.

Contemplando l’immaginetta spagnola

SAN CORRADO IN CAMMINO

dalla sua grotta di Noto a Siracusa

La fortunosa scoperta, da parte di Umberto Battini, di questo ‘santino’ spagnolo raffigurante San Corrado di Piacenza, conferma il culto zelato dai frati dell’Ordine Francescano, a seguito dell’indulto pontificio Urbano VIII: «…Ad effetto del presente decreto, con autorità apostolica disponiamo che nel giorno della festa di San Corrado Confalonieri tutti e singoli i Frati Minori dovunque residenti possano e debbano liberamente e lecitamente recitare l’ufficio ‘de Communi’ di confessore non pontefice, secondo le rubriche del Breviario romano» (Roma, 12. settembre 1625).

San Corrado in cammino, pellegrino d’amore! Egli, nel romitorio di Calendasco ha maturato il desiderio di solitudine e di preghiera nel rischio dell’avventura umana più nobile, quella della ricerca di Dio; lascia quindi la natìa Piacenza e parte in cammino sino alla terra che gli mostrerà il Signore.

L’ immaginetta spagnola raffigura appunto il Santo mentre è in cammino da Noto verso Siracusa; autentico atleta di Dio dal passo cadenzato, col bordone e in preghiera, mentre gli uccelli gli fanno corona…

L’episodio è così narrato dalla ‘Vita beati Corradi’ (codice del sec. XIV): «Una fiata il beato Corrado, andando in Siracusa per volersi confessare con il vescovo, quando egli fu al palazzo del vescovo, volle andare a parlare col vescovo, e le genti che erano dentro il palazzo videro molti uccelli sopra i muri e sopra dove era il beato Corrado. Tutti erano meravigliati di quegli uccelli, che così soavemente cantavano dolci canti. Ora, quando il beato uomo ebbe ricevuto ciò che volle dal vescovo, prese licenza e si partì e venne al suo luogo dove soleva stare».

Aggiunge la tradizione che a Siracusa fra Corrado aveva preso alloggio nella grancia dei francescani vicino l’attuale chiesa di S. Maria dei Miracoli in via dei Cordari.

Ben inserito com’era nella comunità cristiana locale, il santo eremita sentiva di vivere in comunione con il suo Vescovo.

Siamo certi di trovare nell’esempio di San Corrado piacentino i termini di quell’impegno ecclesiale oggi rinnovato, che in lui apparvero inscindibili.

Don Salvatore Guastella


Per approfondire

  • visita www.araldosancorrado.org
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