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DIRETTORIO CEI Emilia-Romagna



19 febbraio 2009
San Corrado Confalonieri eremita

Carissimi Devoti d'Italia tutta,
come per amor del vero e giusto deve essere,
S. Corrado ha "ancora" la memoria per la Diocesi di Piacenza-Bobbio
e per i Frati Minori dell'Emilia-Romagna

Animum debes mutare non caelum

L'animo devi mutare, non il cielo



San Carlo Borromeo
Cardinal Protettore del Terz’Ordine Regolare
e l'immagine di Calendasco

Una breve riflessione circa il Terz’Ordine cui lo stesso san Corrado è parte e l’antica effige sul romitorio piacentino


Leggiamo ne Il Terz’Ordine Regolare di San Francesco attraverso i secoli importantissimo studio del 1958 di R. Pazzelli (Ediz. della Curia Generalizia dell’ordine – TOR – Roma):

Dopo la morte del Card. Rodolfo Pio da Carpi (1564), essendo stato eletto Protettore del Terz’Ordine Regolare il Cardinale S. Carlo Borromeo, Fr. Giacomo si recò subito a Roma per ottenere per la sua Congregazione gli stessi favori già ricevuti dal Card. Rodolfo da Carpi.” (pag. 169)

Questo Fr. Giacomo sottolinea che il Terzo Ordine Regolare era sotto la immediata cura, amministrazione e protezione del Cardinale Carlo Borromeo.
Per ben 20 anni il Card. Borromeo fu Protettore, fino alla morte il 3 novembre 1584; fu proclamato beato nel 1602 e fu canonizzato il 1 novembre 1610.
Nel Romitorio di Calendasco dei Penitenti, sulla facciata dell’oratorio annesso è un affresco che ritrae il Card. Carlo Borromeo, nella tipica rappresentazione devozionale.

L’affresco certamente datato ad alcuni decenni dopo la sua proclamata santità, testimonia quindi ancor più da ‘vicino’ che il benedetto romitorio di S. Corrado, qui nel piacentino, ha una radicata appartenenza al Terziariato francescano.
Con questa effige, uomini dei secoli passati, han reso onore e tramandato a noi moderni due fatti importanti e concatenati:
a Calendasco S. Carlo Borromeo venerato dai terziari francescani perché ne fu anche Cardinal Protettore e appunto dipinto sull’oratorio del romitorio francescano.

cliccare sulla foto sopra per ingrandire e leggere




Leggiamo dal volume del Parisi:

“Stando, infatti, a una antica e ben fondata tradizione che lo vuole vissuto per non pochi anni – come nel capitolo seguente diremo – in un eremitaggio dell’isola di Malta, è giocoforza ammettere che la sua permanenza in Sicilia dovette essere al ritorno da questo suo viaggio in Terra Santa, altrimenti non potrebbe spiegarsi dove abbia passato tanti anni prima di giungere nel 1343 a Noto. Fu dunque dopo molti anni, e proprio dopo aver lasciato l’isola di Malta, che egli venne a stabilirsi in Sicilia. Nessuno dei suoi biografi stabilisce con certezza dove in Sicilia, partendo da malta, approdò…”.
(Giovanni Parisi San Corrado Confalonieri Patrono di Noto, pp. 26-27, 2^ edizione, Ediz. La Cattedrale 1984, Noto)

E ancora possiamo leggere:

“A Noto – come abbiamo già accennato – Corrado non arriva proveniente dal romitorio piacentino, ma da un suo pellegrinaggio in Terra Santa e più direttamente da una sua permanenza di vari anni nell’isola di Malta” – (p.31 idem).
“In Malta – scrive il Bonfiglio – è viva la tradizione di una tale sua dimora benché sia avvenuta nel lontano secolo XIV, e grande, è la devozione che ivi sentono per il nostro Santo” – “Sbarcato nell’isola – continua il Bonfiglio – trovò sotto il Casal Musta, nella parte settentrionale, una cava chiamata Vie el Axsel (= fiume di miele), e quivi fissò la sua dimora”. (p32 idem).

foto particolare del portale della Cattedrale di Noto
con episodi della Vita di San Corrado
realizzato dall'artista netino Giuseppe Pirrone





Un volume edito a Roma a cura della Curia Generalizia dell’Ordine per mano di p. Raffaele Pazzelli TOR riporta queste importanti notizie: “Il terzo luogo di cui ci è stata tramandata memoria è il Convento-eremitaggio di Calendasco presso Piacenza. Sin dal 1280-1290 esisteva qui una Comunità di eremiti, sotto l’obbedienza di Frate Aristide, lo stesso che nel 1290 venne a Montefalco a trovare la Beata Chiara ed in tale occasione ricevè la donazione dei Sig. Bennati di cui si è detto. Dopo la costruzione di quel Convento lasciò a Montefalco alcuni suoi Frati e ritornò a reggere la sua Comunità nel Piacentino”.



nella foto mons. Salvatore Guastella
cui va un grande augurio per il suo ritorno in Noto
il prossimo sabato 22 novembre

Auguri dalla comunità parrocchiale di Calendasco

L'arciprete-parroco don Silvio Cavalli di Calendasco, luogo della nascita fisica e spirituale del nostro Comune Patrono, invia questo bell'augurio a mons. Salvatore.


Carissimo mons. Salvatore Guastella,

La prego di accettare i miei sentimenti di gratitudine per la Sua instancabile opera per la diffusione della Devozione e della Conoscenza dell'amatissimo San Corrado Confalonieri, che tutti ci unisce con un filo invisibile ma tenace all'amore di Cristo.

In modo particolare la ringrazio per aver aiutato e incoraggiato i devoti di Calendasco, che con la Sua competente guida hanno intrapreso un cammino di fede serio sulle orme del Santo.

Continuiamo quindi a camminare insieme, certi che san Corrado non ci farà mancare le Grazie necessarie per essere buoni discepoli del Signore.

Fraternamente La saluto.


don Silvio Cavalli

Arciprete parroco di Calendasco (Piacenza)

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Auguri da Roma

C
arissimo Umberto,

sento da te che mons. Guastella ritorna nella sua terra di Noto sotto la protezione di San Corrado.
Ho conosciuto mons. Salvatore Guastella molti anni fa quando io ero Rettore
della Basilica dei Santi Cosma e Damiano ai Fori Imperiali in Roma,
dove esistono due immagini di San Corrado, penitente francescano.
Mons. Guastella era al centro dell'Associazione dei Netini che vivono e operano a Roma,
grande animatore di iniziative e promotore instancabile del culto di San Corrado Confalonieri.
Per la festa del Santo, nel mese di febbraio, tutti i Netini si ritrovavano intorno a lui
nella "mia" vetusta Basilica per celebrare la festa e incontrarsi in un clima di grande gioia.
Ricordo con profonda stima mons. Salvatore Guastella e il suo servizio pastorale.
Porgo a lui il mio saluto e auguro ogni legittima soddisfazione nel nuovo apostolato,
con l'assistenza speciale di San Corrado.

Un caldo saluto a te, caro Umberto, e agli amici piacentini.


Padre Lino Temperini,
docente nella Pontificia Università Antonianum in Roma.

Roma, 14 novembre 2008

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Auguri da Calendasco

Un saluto,auguri,di salute e serenita’ per il nostro don Guastella che torna nella sua Noto.Studioso serio e profondo, aperto ad ogni arricchimento sulla vita del Santo.
Fine tessitore di umani affetti,amico paziente ed instancabile,lascia Roma,torna presso il suo ed il nostro San Corrado,torna nella sua e nostra Noto, la distanza non scinde l’abbraccio fraterno,ma lo allarga,lo ingigantisce lo fa piu’ forte.Che San Corrado lo guidi per molti anni ancora,lo ami e ci ami nel comune cammino e gli parli, come solo il cuore sa parlare.


Bruno Grassi

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Sempre da Calendasco

A nome mio personale, a nome di mio fratello Gianni e anche di tutti gli Amici che per mezzo dell'Araldo web si mostrano una unica famiglia di devoti e fedeli cristiani, un caloroso augurio a mons. Salvatore e un grazie a don Silvio che mai manca di sostenere noi devoti di Calendasco in ogni modo e forma.

Umberto e Gianni Battini



foto tratta da LA VITA DIOCESANA
il periodico della Diocesi di Noto del 19 ottobre 2008


Apprendiamo, quali Fedeli e Devoti di ogni luogo, questa bella notizia netina: che è stata aperta ufficialmente il 10 ottobre 2008 a Noto la nuova "Casa del Clero".
Dal periodico della Diocesi che vanta il benedetto Patronato del nostro amatissimo San Corrado, "La Vita diocesana", abbiamo così letto che la casa è composta da 13 appartamenti, un a
mpio salone per incontri pastorali diocesani, una cappella, un refettorio e una cucina comune.
Nella bellissima "Casa del Clero",
così come anche l'immagine ci mostra, si sono già trasferiti i sacerdoti che erano ospiti del seminario.
E tra gli ospiti di questa benedetta residenza, leggiamo che verrano anche altri sacerdoti, fra cui monsignor Guastella nel suo ritorno da Roma.

Da tutti i Devoti che partecipano all'Araldo di San Corrado, e sono tantissimi pure
quelli che vi partecipano in modo 'silenzioso' ma efficace, un augurio di felice ritorno alla natia Noto a mons. Salvatore Guastella, sempre disponibile e, ci sia permesso dirlo, tra i 'padri spirituali dei fedeli piacentini, particolarmente in Calendasco' oltre che ormai da decenni Assistente spirituale dei Netini di Roma.



foto: Madonna del Gorgolare con S. Corrado
affresco di grandi dimensioni del M° Bruno Grassi
Romitorio di S. Corrado di Calendasco (Pc)
Portico d'ingresso






La nostra capacità viene da Dio; è lui che suscita in noi il volere e l'operare, secondo i disegni della sua bontà.

Canto al Vangelo s. messa 11 novembre 2008







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volume del 1763

DEVOZIONE al Patrono - ROMA

Vi segnaliamo, inserendo anche due immagini dal volume che tratta di questo dipinto, la DEVOZIONE dei Siciliani a ROMA nella Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, ove nella descrizione si cita una TELA di SAN CORRADO.


S
arebbe interessante conoscere dai Registri della suddetta Chiesa, di dove possa essere questa tela del Santo Corrado.



La Chiesa è scritto che è "della compagnia dei Siciliani" e che vi è un quadro del pittore Alessandro Vitale di San Corrado!
Chiediamo
a chi può segnalare qualche notizia circa la tela del Santo e la devozione a Roma in questa chiesa dei Siciliani, di inviarcela all'Araldo affinchè si possa fare un recupero culturale e devozionale anche per questa immagine pittorica, citata nel volume del 1763.







Devozione al Patrono

LA DEVOZIONE DI CALENDASCO

Con il Registro titolato “Salario Laicale detto Legato di San Corrado” iniziato “la prima settimana di gennaio 1857”, conservato nell’Archivio della parrocchiale, continuazione di altri più antichi registri, prima di iniziare la segnature delle sante messe celebrate all’altare di San Corrado, si riporta per mano dello stesso parroco Arciprete Don Giovanni Brugnoni un breve riassunto storico che merita di essere presentato per intero e che così recita:


“Il Conte Gio.Battista Zanardi-Landi con atto di Gianfrancesco Notaio da Parma in data 9 agosto 1617 fondava il Legato di San Corrado incaricando il Parroco pro Tempore di Calendasco, di celebrare la messa in un giorno d’ogni settimana dell’anno, all’altare di S. Corrado, senz’obbligo di applicazione, ma solo d’una commemorazione per l’anima sua, nel Memento dei morti; e di far celebrare tre messe, pure senza applicazione, nel giorno 19 febbraio d’ogni anno, festivo di S. Corrado. In compenso il Parroco percepisce annue lire Trenta vecchie, più un paja capponi pel dì 11 novembre; queste 30 lire Imperiali corrispondono a Lire nuove Sette e C.mi Tredici. Restando gravati di questo onere gli eredi, e successori del predetto Sig. Conte Zanardi-Landi.
Al Conte Zanardi-Landi in progresso di tempo successe il Conte Giovanni Scotti, il quale a sua volta ebbe a successori il Sig. Marchese Vincenzo di Piombino per 3/5, e la Sig.ra Contessa Felicita Salvatico ed a questa successe il Sig. Francesco Grassi di Piacenza per 2/5. L’Arciprete Don Giuliano Guglieri nel dì 24 Novembre 1824 assicurava questo Legato con ipoteca sui fondi del Sig. Marchese Piombino a Calendasco per tre quinti della somma capitale cioè Lire 119,88; e per due quinti cioè Lire 79,92 sui fondi del Sig. Grassi.
In processo di tempo al Sig. Marchese Piombino e Grassi successero i Sig. Avv. Vincenzo Anguissola e Cav. Giuseppe Anguissola e quindi i rispettivi figli, i quali non riconoscono più detto Legato che da molti anni non è soddisfatto in quanto alla compensazione dovuta al Parroco il quale ne continua però sempre da parte sua l’adempimento.
Il Sig. Avvocato Nob. Lancellotto Anguissola fu Avv. Vincenzo dà ogni anno per S. Martino un paja capponi…” seguono alcune altre righe purtroppo consunte ed illeggibili.




IL BORDONI STORICO INSIGNE

Il francescano e storico Bordoni nel 1658 pubblicò il Chronologium Tertii Ordinis S. Francisci, manoscritto in più fogli che si conserva in Parma, e al dì 19 febbraio riporta la Vita di S. Corrado Piacentino: “ F. Corrado Piacentino della famiglia de Confalonieri naque di parenti nobili l’anno 1290, che l’instrussero ne costumi christiani, e li diedero per moglie una gentildonna Lodeggiana per nome Eufrosina filia di Nestore. Corrado per esser molto dedicato alla caccia, andò un giorno in campagna, e fece dan foco a certi boschi... Corrado tocco nel core dal Spirito Santo, rifatti i danni dati, collocata la moglie in monastero, abbandonò in tutto il lusinghero mondo, partendosi da Piacenza più povero di quel meschino che liberò dalla morte, se n’andò a Gorgolaro loco sul Piacentino remoto dalle genti, dove era un Romitorio, nel quale habitavano cinque frati del Terz’Ordine di S. Francesco, che ivi a Dio seminano, recitando i deccini officii, facendo astinenze, digiuni et altre opere pie... Riavuta donqi la benedittione del suo superiore (padre Aristide) l’anno 1316 si partì da Gorgolaro a piedi sempre senza danari, peregrino verso Roma...” e quindi giunto a Noto in Sicilia, alla fine viene indirizzato a “certe grotte in luogo detto li Pizzoni vicino ad un fiume, et lontano dalla città solo tre miglia... Non solo Leone X ma ancora Paolo III et finalmente Urbano VIII informati delli molti miracoli che fa questo Beato concessero quelli di poter celebrare la sua festa in Noto, in altre parti della Sicilia, et a Piacenza sua patria, e questo ancora, che se ne possi far l’officio da tutti gli ordini Francescani, e noi per esser del nostro ordine professo, ne facciamo l’officio doppio maggiore, con le nostre monache...”.
Nella Sicilia che ha accolto il Santo
spicca la bella Chiesa e Parrocchia
dedicata a San Corrado Confalonieri
sita a Siracusa
e retta dai frati del Terzo Ordine Regolare di San Francesco



Chiesa e Parrocchia
SAN CORRADO CONFALONIERI
in Siracusa retta dai frati del TOR

La chiesa di San Corrado Confalonieri, sorge a qualche centinaio di metri dalla scogliera nord-orientale di Siracusa, in contrada Mazzarrona. Essa ha un' armoniosa struttura architettonica moderna secondo le indicazioni liturgiche del Concilio Vaticano II. Opera dell'ingegnere Giuseppe Valenti, costruita sopra un'area di 1040 mq., ha forma di anfiteatro, nella quale ogni fedele, orientato verso l'altare, partecipa alla divina liturgia. Le pareti esterne sono rivestite con lastre di pietra bianca. Diciotto piloni in cemento formano una corona regale come a simboleggiare la dignità della Sposa di Cristo.

I piloni hanno forme piramidali vuote sul cui vertice poggiano originali capitelli simili ai cappucci dei frati. Essi rappresentano la preghiera silenziosa con la quale i Francescani del Terzo Ordine Regolare (T.O.R.), che guidano la parrocchia, in comunione con tutta la creazione, lodano Dio Creatore e Padre, Redentore e Signore della storia.

La chiesa è stata consacrata dal nostro Arcivescovo mons. Giuseppe Costanzo, il 23 febbraio 1992.


vedi il sito http://xoomer.alice.it/sancorrado/chiesa01.html

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Una grande mappa del tardo XVI secolo, che ci mostra
della vasta area nord-ovest di Piacenza
conservata in Archivio di Stato a Parma oltre a indicare la
Via Francigena diretta al porto del Po in Calendasco,
ci fa vedere lo stesso borgo con i suoi edifici principali,
così come nella mappa è fatto per altre località riportate.

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Tra le località principali che toccano la vita e la storia umana di San Corrado abbiamo a NOTO, nella Valle dei Pizzoni (dai Devoti detta Valle dei Miracoli), la GROTTA ove visse la parte matura della conversione.
A Piacenza la Casata dei Nobili militi guelfi aveva la propria residenza principale, mentre il FEUDO di Calendasco spetta a quel ramo dei CONFALONIERI dai quali nasce lo stesso SANTO CORRADO nel maestoso castello, ove poi è facile ipotizzare del suo battesimo nella stessa chiesa al maniero addossata e lo stesso hospitale dei frati terziari della penitenza è posto poco discosto da questi edifici che compongono l'anima del borgo sul Po.

La chiesa parrocchiale risulta essere stata abbastanza piccola nello stesso tempo della vita del Santo, come mostra chiaramente il particolare della mappa riportata che è del tardo 1500, infatti i documenti conservati nell'Archivio della stessa parrocchia, indicano che la chiesa fu allungata ed alzata nel 1734, perchè, scrive il parroco del tempo, essa era "
di forma quasi quadrata, con il pavimento in assi e le capriate di legno" mal ridotte.





Alcuni Testi circa S. Corrado



Questi testi fanno parte della ricca bibliografia a San Corrado e meriterebbero attenzione, anzi sarebbe interessante conoscerli e poterli rendere accessibili a tutti i Devoti e Fedeli di ogni luogo.

La segnalazione è a cura del Netino Salvatore Bertoli.

• Predica in lode di S. Corrado Piacentino della nobile famiglia dè Gonfalonieri. Fatta dal molto reverendo padre fra Francesco Zuzzeri Anconetano Cappuccino. 1625 a Piacenza. Si trova a Modena presso la Biblioteca Estense Universitaria.

• Inno a S. Corrado Gonfalonieri di Mario Giuseppe Genesi a Piacenza presso l’autore. Biblioteca Armando Gentilucci dell’ist. Sup. di studi musicaliAchille Peri –RE-

• Historia del glorioso S.C. Piacentino dove si tratta della vita , miracolie morte di quello. Composta dal reverendo don Rocco Perri notigiano. –PA-1595

• All’anacoreta netino San Corrado panegirico. 1856 Michelangelo da Melilli. Stampato a Noto da – stamperia dell’intendenza. Si trova presso la biblioteca stat. Del monumento nazion. Di Calamari –Veroli_ FR

• Predica in lode di S.C. piacentino di mons. Illustr. Paolo Aresi chiericoregolare e vescovo di tortona. Fatta da lui nel duomo di Piacenza nell’anno1616 il 19 febbr. Locazione: bibliot. Del santuario di nostra signora di OropaBiella.

• L’Anacoreta taumaturgo: S.C. da Piacenza di p. Giuliano Piccoli. Locaz.Biblioteca nazion. Centrale di Firenze .1943.

Per approfondire

  • visita www.araldosancorrado.org
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